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Santi e sifilide

Che cos’è il guaiaco?

Quando leggo in inglese non mi è raro trovare una parola che non conosco. In italiano è molto, molto più difficile, ma mi succede di inciampare in robe strane. Come questo guaiaco.

L’Accademia della Crusca dice che il numero più alto di parole italiane raccolte da un dizionario è di circa 250000 lemmi, la stragrande maggioranza dei quali sono parole tecniche, specialistiche o antiquate. Sono stimante in circa 7000 le parole usate nel linguaggio comune, alto o basso che sia. Suppongo di conoscere già gran parte di quelle 7000 parole, e infatti ogni volta che mi segno una parola che non conosco finisce invariabilmente per essere una parola tecnica, tipo il nome di un copricapo usato dalle tribù nomadi del Tagikistan, o il nome di un mestolo a forma di foglia di fico usato nel IV secolo in Umbria, o il nome di una malattia rara che hanno in quattro in tutto il globo, o il nome di una proteina coinvolta nella coagulazione del sangue di lumaca.

Beh, allora, che è sto guaiaco dal sapore sud americano?

Trattasi di… rullo di tamburi… una pianta! (Non c’è da stupirsi che nella mia lista di parole sconosciute siano nascoste dozzine di strane creature, visto che i libri di saggistica che leggo di più sono, a parte i manuali di scrittura, di ambito biologico)

Guaiaco è il nome del legno e della pianta del Guaiacum officinale, una delle specie del genere Guaiacum. Eccola.

Ma che bella pianta il guaiaco

Vive? In centro America. Il legno è fra i più duri che esistono, ma la cosa curiosa è che è considerata una pianta curativa. Con molta fantasia è nota da questa parte dell’oceano come Lignum vitae  o, con una dose di immaginazione da far impallidire Alice, come legno santo o legno benedetto.

Se incisa la corteccia trasuda una resina ricca di molti principi attivi dai nomi tecnicissimi di cui ho un’idea vaghissima del significato, tipo guaiaguttina e guaiacolo.  Fatto sta che pare essere una specie di pianta magica visto che sarebbe: antinfiammatoria, antiossidante, antireumatica, antisettica, diaforetica, diuretica, lassativa, antiradicali liberi. E dovrebbe curare tra gli altri: artrite reumatoide, gotta, reumatismi, disturbi alla bocca, infiammazioni della pelle, disturbi di ritenzione, reumatismi, intossicazioni, stipsi, funziona contro la cellulite, il linfatismo e la sifilide!

Qualcuno ci ha ricamato sopra un po’ troppo.

…e che bei fiorellini

Come molte piante (dal rosmarino alla canapa) il guaiaco ha davvero tutta una serie di proprietà perchè la sua resina, piuttosto che il suo legno, sono una specie di minestrone di molecole le più diverse. Quello che i patiti del “naturale” paiono proprio non capire è che questo cocktail non è lì per caso. La pianta non si disturba a produrre tutta quella roba così, perchè è fantasy fico. Tutti quei principi attivi sono lì perchè servono alla pianta, per esempio servono per ammazzare i parassiti. Sono come insetticidi che la pianta si autoproduce. A dosi basse e controllate quelli che per i parassiti delle piante sono veleni potrebbero rivelarsi medicamenti per noi.

A volte invece le proprietà curative di una pianta sono tutte fantasie. All’inizio del ‘500 il guaiaco fu importato in Europa per la cura della sifilide. Chiaramente il guaiaco non fa niente alla sifilide, ma venne usato perchè fa sudare e allora si credeva che sudando il malato espellesse i suoi mali.

Peccato che non mi ricordo più dove l’avevo letta questa parola. Forse nel Racconto dell’antenato di Dawkins. Un libro tomo che consiglio vivamente a tutti gli interessati alla storia della vita. Anche il guaiaco è un nostro lontano, lontano, lontano cugino. Viva il guaiaco.